Toyota: smentite le voci sull'interessamento a Termini Imerese

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Nella giornata di oggi, alcune agenzie di stampa italiane, oltre ad altre testate straniere, hanno diffuso la notizia secondo cui Toyota sarebbe interessata a rilevare la fabbrica siciliana di Termini Imerese, che Fiat chiuderà a fine 2011. Niente di più falso, ha annunciato pochi minuti fa Toyota Italia.

Secondo l’ANSA, l’advisor nominato dal Ministero per lo Sviluppo Economico per valutare le proposte dei potenziali acquirenti, avrebbe ricevuto nuove dichiarazioni d’interesse da parte di gruppi stranieri, tra cui per l’appunto Toyota. Non solo: l’ANSA ha aggiunto che sono arrivate conferme a quest’anticipazione anche da ambienti istituzionali.

Niente di più falso, fa sapere la filiale italiana della casa. Negli ultimi minuti è stato diramato un comunicato lapidario in cui le suddette voci sono bollate come “infondate”. A ulteriore conferma dell’inconsistenza dell’anticipazione, precisa Toyota, c’è anche una smentita ufficiale da parte dei vertici di Toyota Europe.

Toyota: smentite le voci sull'interessamento a Termini Imerese é stato pubblicato su autoblog alle 15:57 di mercoledì 13 ottobre 2010.





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Fonte Autoblog.it
 
Ma quando mai Toyota (ma anche altra casa di pari rango) si dovrebbe occupare di questa "patata bollente" da togliere dalle mani di Marchionne e co.?
 
Più che altro non è conveniente costruire in Italia.
Il costo della manodopera è molto più alto rispetto ad altri Stati.

Stipendio mensile medio nei vari stabilimenti Fiat (fonte Quattroruote di ottobre):

Italia 1200 €
Polonia 600 €
Serbia 400 €
Brasile 540 €
 
Vero. Ma questi salari sono anche riferibili ad ogni sistema produttivo, non solo a quello delle automobili. Dobbiamo rassegnarci a vivere con sempre minori risorse, per essere "competitivi" nel mondo globalizzato. Fino a ritrovare un possibile nuovo punto di equilibrio tra risorse disponibili e domanda di beni e servizi. E' certo che con questi salari in Italia la domanda di automobili crollerebbe (ed i sintomi ci sono già!).
In ogni caso i problemi connessi all'impianto di Termini Imerese non sono solo costituiti dal costo del lavoro.
 
...il costo della manodopera è sì importante ma non fondamentale...in Germania è molto maggiore che in Italia ma le fabbriche tedesche di Bmw, Audi, Mercedes, etc etc lavorano e "producono bene", il Italia il problema è il "sistema Paese"...inoltre non mi sembra che Toy abbia al momento bisogno di nuovi impianti produttivi e se in futuro avesse tale necessità gli converrebbe ampliare gli stabilimenti che ha in Inghilterra, Francia, Slovacchia...ad ogni modo staremo a vedere :wink_smil ...
 
...il costo della manodopera è sì importante ma non fondamentale...in Germania è molto maggiore che in Italia ma le fabbriche tedesche di Bmw, Audi, Mercedes, etc etc lavorano e "producono bene",....

Sono d' accordo, ma il costo delle loro auto, a parità di segmento, è anche ben maggiore, a mio parere non proporzionato alla seppur vantata migliore qualità! :blink:
 
Sono d' accordo, ma il costo delle loro auto, a parità di segmento, è anche ben maggiore, a mio parere non proporzionato alla seppur vantata migliore qualità! :blink:
...è ormai risaputo da tutti che certe case ti fanno pagare, e non poco, il marchio...questo può valere per i marchi premium (...Porsche, Bmw, Audi, Mercedes...) ma non certo per Opel o Ford che continuano a produrre in Germania...stiamo uscendo dal 3D ma ci tengo a ripetere che il costo della manodopera non è così importante come ci vogliono far credere: se molte aziende investono in Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Germania ma se ne stanno lontane dall' Italia i motivi sono altri (...burocrazia, tasse, vie di comunicazione, etc etc...) ...
 
Si, stiamo uscendo dal 3D, ma la questione merita qualche approfondimento.
Sul "Corriere Economia" di lunedì 11 ottobre scorso (inserto del "Corriere della Sera") alle pagine 2 e 3 è pubblicata un'indagine di tipo finanziario a cura del giornalista Massimo Mucchetti. Titolo: "La dura lezione dei giapponesi e il dilemma di Sergio - Riassetto: il progetto Fabbrica Italia alla prova dei numeri e dei sindacati - La redditività di Toyota & co. è quasi doppia rispetto agli europei. La sfida per Fiat? O rifare gli stabilimenti o tagliare i posti di lavoro".
Ecco alcune cifre emergenti dall'indagine, condotta sui bilanci pubblicati dalle case automobilistiche considerate:

Ricavi per vettura in euro e Risultato operativo netto sui ricavi totali (1)

Fiat 15.029 2,3%
Volkswagen 16.178 5,6%
Renault 15.568 3,3%
Peugeot (Psa) 16.126 2,9%
Daimler 39.572 8,8%
Bmw 28.277 7,5%
Toyota 17.210 8,6%
Honda 16.031 7,9%
Nissan 16.960 7,3%

MEDIA UE 21.792 5,1%
MEDIA GIAPPONE 16.734 8,0%

(1) calcolato sui ricavi auto e dei servizi finanziari.

Il risultato operativo, detto anche reddito operativo è la grandezza ottenuta detraendo dal margine operativo lordo gli ammortamenti e gli accantonamenti, quindi aggiungendo la gestione accessoria patrimoniale e quella finanziaria. Il risultato operativo mostra il reddito dell'impresa prima della gestione straordinaria e di quella tributaria

Secondo Mucchetti, che riporta le conclusioni dell'analisi di "Mediobanca Securities", i principali motori del successo sono la produttività del lavoro e quella del capitale investito. Testualmente: "Nel 2007, ultimo anno prima della recessione, il margine per dipendente di Fiat, Renault e Psa era il più basso, attorno al 2%, mentre le giapponesi stavano al 6-8% e Volkswagen un po' sopra il 5%. Discorso più articolato per la produttività del capitale .... Ma poi, se si va a vedere, le vendite per dipendente in Toyota sono quasi il doppio che in Fiat e superiori perfino a Bmw".
"Di qui il dilemma per Marchionne. Con Fabbrica Italia dovrebbe rifare da cima a fondo gli stabilimenti italiani per raddoppiarne e anche più la produttività del lavoro e migliorare, in prospettiva, quella del capitale fisso.Insomma, una rivoluzione per seguire l'esempio giapponese. Oppure, la Fiat può tagliare i posti di lavoro per avvicinarsi alla produttività polacca e brasiliana, giocando al ribasso su una struttura in buona parte antiquata. Ma a fare la differenza, resterà la capacità di spesa in ricerca e sviluppo, quando Toyota riesce a spendere una cifra di 7,5 miliardi, stellare in assoluto, ma modesta in relazione al fatturato (3,6% dei ricavi, contro il 3,3% della Fiat). Potenza delle economie di scala, costruite in 40 anni di lavoro senza fusioni nè acquisizioni".

Se avete tempo e voglia, recuperate l'intero testo, è molto interessante davvero.
 
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